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Primitivo

Vitigno Primitivo

Storia 

Il Primitivo deve il sua nome alla precocità di maturazione dell'uva. le origini sono incerte, anche se qualcuno ritiene che l'introduzione in Puglia risalga al periodo della colonizzazione fenicia oppure che sia stato importato dagli Illiri più di duemila anni fa: altri sostengono che sia stato introdotto nella zona di Gioia del Colle da frati benedettini venuti dalla Borgogna nel XVII secolo. Quello che è certo è che alla fine del Settecento era già conosciuto con questo nome nelle campagne pugliesi: il merito va attribuito al primicerio don Francesco Filippo In delicati che contribuì alla diffusione del Primitivo dopo averlo trovato e selezionato all'interno di vecchi vigneti della zona di Gioia del Colle. La presenza di queste piante originarie lascia intendere che il vitigno fosse coltivato in quelle zone da parecchio tempo. Durante la successiva diffusione ottocentesca nelle terre del Salento, il Primitivo è chiamato anche Zagarese o Sagarese - come testimoniano tra gli altri Di Rovasenda (1877). Frojo (1881), Molon (1906) e Cavazza (1934) - anche se con questo termine spesso erano indicate varietà differenti. Sul finire del XIX secolo si registra l'inizio della grande diffusione del vitigno nel la provincia di Taranto. In tempi più recenti è sorto il problema della sua somiglianza con altre varietà coltivate nel mondo: tutto ha avuto inizio nel 1968, quando il professor Goheen dell'Università di Davis California), trovandosi nei dintorni di Bari, scorse nei vigneti della zona piante molto simili allo Zinfandel coltivato in California fin dal XIX secolo. I lunghi e complessi studi successivi compiuti dall'Università americana, ma soprattutto dall'Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto, hanno portato alla conclusione che Primitivo e Zinfandel sono lo stesso vitigno, un vitigno che, in quanto appartenente alla Vitis vinifera, è certamente di origine europea: resta da capire come la pianta sia arrivata in California. Sulla scorta di queste indagini Calo e Costacurta - direttore e responsabile della ricerca dell'ISperVit hanno individuato un legame di parentela stretto (tipo genitore-figlio) tra il Primitivo e due varietà coltivate sulle coste della Dalmazia, il Plavina e il Plavac Mali, che tra loro invece non mostrano questo legame. Inoltre sulla base di studi condotti da Carol Meredith, Edi Maletic e Ivan Pajic presso l'Università della California a Davis, risulta che il profilo dello Zinfandel e quindi del Primitivo coincida con quello di un altro raro vitigno dalmata, il Crljenak Kastelanski. Accertate queste sinonimi, mane da scoprire in quale senso il vitigno abbia attraversato l'Adriatico e quindi la sua origine.

 

Diffusione

Il Primitivo si colloca, con i suoi circa 9000 ettari di superficie vitata, tra le prime dieci varietà più coltivate in Italia. E molto diffuso in provincia di Taranto (6400 ettari, circa il 60-70% del totale della produzione vinicola), dove è rappresentato principalmente dalla Doc Primitivo di Manduria. Ha grande diffusione anche nella zona di Gioia del Colle (dove è vitigno principale nella Doc Gioia del Colle Rosso e Gioia del Colle Primitivo) e nel Brindisino, dove non entra nella composizione di alcuna Doc ma si può trovare, anche in purezza, come vino a indicazione geografica tipica (1gt). Si deve in particolare all'Accademia dei Racemi fondata dai fratelli Perrucci - un'organizzazione che raggruppa viticola tori, agronomi ed enologi con lo scopo di promuovere la produzione di vini di qualità nel territorio regionale - il merito di avere portato alla ribalta, negli ultimi dieci anni, questo vitigno fino ad allora pressoché sconosciuto e utilizzato perlopiù per produrre vini da taglio.